Teatro

Ossessioni e paure ne L'inquilino di Autelli

Ossessioni e paure ne L'inquilino di Autelli

Dopo l'anteprima al Napoli Fringe Festival nel giugno 2015, debutta al Teatro Litta di Milano lo spettacolo prodotto da LAB121 grazie ad un progetto di crowdfunding.

Nell'immaginario collettivo, i condomini si trasformano spesso in piccoli esperimenti sociali, in cui persone estremamente diverse sono costrette a convivere in una situazione di costante tensione.

Nel suo romanzo d'esordio del 1964, Le locataire chimérique, divenuto già nel 1976 un film per la regia Roman Polanski, Roland Topor porta alle estreme conseguenze questa idea, presentando il palazzo dove abita il protagonista, Trelkovsky, come un microcosmo orrorifico nel cuore della città, che conduce lentamente alla follia e all'alienazione.

Modesto impiegato polacco, Trelkovsky affitta l'appartamento occupato in precedenza dalla Signorina Choule, che si è tolta la vita. Dal momento in cui prende possesso della casa, inizia con i suoi vicini una lenta e silenziosa guerra, diventando la vittima delle loro diaboliche macchinazioni volte, nella sua mente sempre più paranoica, a trasformarlo nella povera suicida, in un crescendo di tensione psicologica.

Il regista Claudio Autelli con L'inquilino indaga le dinamiche della vergogna nella società contemporanea. Rotto ogni patto sociale, i condomini diventano terra fertile per una nuova idea di umanità basata sul perseguimento dei propri interessi personali allo scopo di sopravvivere nel mondo urbano.

In questa realtà divenuta incubo, Trelkosvky incarna le inquietudini dell'uomo contemporaneo, inerme di fronte ad una nuova società sempre più votata alla mercificazione e in cui vige la legge del più forte. I valori di condivisione e comunanza sono spariti, per lasciare il posto allo spasmodico perseguimento di standard personali sempre più elevati.

L’azione si svolge nella stanza del protagonista, trasformatasi nella cella dove viene rinchiuso con le proprie ossessioni e paure e che lo trascinano sempre più verso il baratro.

La vera tragedia è quella che si consuma nella mente di Trelkovsky, che vive la realtà attraverso il velo della vergogna e che verrà lentamente consumato dall’oscurità nel suo animo.

In scena al Teatro Litta di Milano dal 1 al 10 Aprile

Per tutte le informazioni, leggi la SCHEDA SPETTACOLO.